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Ermes Gatti, don Riccardo Vecchia: un ricordo

Ermes Gatti, don Riccardo Vecchia: un ricordo, Interpress Edizioni, 2010
(Quaderni delle Fiamme Verdi, 1)

 

Copertina-2010Il volume, curato da Pietro Ghetti e Roberto Tagliani, ricorda due figure emblematiche dell’Associazione.

Dopo la scomparsa, a pochi mesi di distanza, di Ermes Gatti († 28.12.2008) e di don Riccardo Vecchia († 05.06.2009), le Fiamme Verdi bresciane – private di due tra le più luminose figure di testimoni della Resistenza bresciana e italiana – hanno deciso di realizzare un volume che rendesse omaggio a queste straordinarie figure pubbliche, vere e proprie guide morali e spirituali, molto amate ed ascoltate dentro e fuori l’Associazione perché protagoniste ed interpreti della nostra storia di cittadini bresciani, della cui storia di Libertà e di Lotta per la giustizia erano stati, in vita, custodi e maestri.
Anziché redigere una biografia congiunta delle due figure, o un’opera di riflessione storiografica sulle loro esistenze, le FF.VV. di Brescia hanno scelto di rendere omaggio alle due figure dando forma scritta alle loro parole, illuminate e illuminanti: il volume raccoglie infatti i discorsi più recenti di Ermes Gatti e le omelie di don Vecchia pronunciate nelle ricorrenze partigiane del periodo più prossimo alla loro scomparsa. Sono le ultime parole –il testamento morale e spirituale – che essi hanno lasciato alle FF.VV. e alla comunità bresciana.

Si tratta, per quanto riguarda Gatti, della Lettera alle Fiamme Verdi in occasione delle celebrazioni del 58° anniversario della Battaglia del Mortirolo il 7 settembre 2003; del Discorso tenuto presso la Chiesetta di San Giacomo in Mortirolo il 4 settembre 2005, nel 60° anniversario della Battaglia del Mortirolo; del Discorso tenuto a Cerveno il 25 aprile 2007, nel 62° anniversario della Liberazione. Per don Vecchia, invece, si tratta dell’Omelia della Santa Messa celebrata in Edolo a chiusura del Pellegrinaggio ai cippi dei Caduti delle FF.VV. in Mortirolo il 5 settembre 1995, nel 50° Anniversario della Liberazione; dell’Omelia della Santa Messa celebrata nella Chiesa Parrocchiale di Bedizzole il 24 aprile 2005, nel 60° Anniversario della Liberazione; dell’Omelia della Santa Messa celebrata presso San Giacomo in Mortirolo il 4 settembre 2005, nel 60° Anniversario della battaglia del Mortirolo; dell’Omelia della Santa Messa celebrata nella Chiesa Parrocchiale di Bedizzole il 25 aprile 2006, 61° Anniversario della Liberazione; dell’Omelia della Santa Messa celebrata nella Chiesa Parrocchiale di Bedizzole il 25 aprile 2007, nel 62° Anniversario della Liberazione; dell’Omelia della Santa Messa celebrata nella Chiesa Parrocchiale di Bedizzole il 25 aprile 2008, nel 63° Anniversario della Liberazione; dell’Omelia della Santa Messa celebrata nella Chiesa Parrocchiale di Bedizzole il 25 aprile 2009, nel 64° Anniversario della Liberazione; dell’Omelia della Santa Messa celebrata nella Chiesa di Sedesina in Bedizzole il 26 aprile 2009, nel 64° Anniversario della strage nazifascista di Bedizzole; del Discorso introduttivo all’Assemblea Provinciale delle “Fiamme Verdi” di Brescia, del 1° marzo 2009 e dell’ultima lettera inviata alla neo-eletta Presidente, Agape Nulli Quilleri, ed ai membri del Comitato Provinciale eletti nell’Assemblea Provinciale, il 7 marzo 2009 (questi ultimi quattro testi furono scritti ed affidati ad amici e collaboratori per la lettura pubblica, stanti le condizioni di salute già gravi di don Vecchia).
In questi scritti c’è tutta la passione – civile e cristiana – di due autentici eroi del nostro tempo, di due tra i più coraggiosi e valenti “Ribelli per amore”. Le loro parole, lungi dall’essere sterili occasioni di propaganda in occasioni memoriali, sono grandi lezioni di vita, di umanità, di adesione agli ideali della Resistenza vissuta come dono per gli altri, come spinta dei costruttori di pace verso un mondo più libero, più rispettoso, più giusto.
I testi pubblicati sono la più preziosa eredità che di essi ci rimane, insieme all’affetto e alla riconoscenza personale di chiunque abbia conosciuto Gatti e don Vecchia.
Le riflessioni sulla natura umana e cristiana della Resistenza, sul valore fondativo per la Repubblica del ribellismo delle FF.VV. che sono raccolte in questo libero sono per il mondo partigiano lo stimolo a non dimenticare chi ci fu padre, fratello, guida e sentinella; e sono altresì il nutrimento alle ragioni che spingono, ancora oggi, molti – vecchi e giovani – a stare con le “Fiamme Verdi”, anche quando il mondo di oggi pare aver dimenticato cosa questo significhi, lasciando che nubi oscure, complice l’ovatta del tempo, provino ad assimilare i vincitori ed i vinti, i persecutori ed i perseguitati, i Giusti e gli assassini.