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Un ricordo di Tina Anselmi, partigiana “Gabriella”

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On. Tina Anselmi (1927-2016)

«Capii allora che per cambiare il mondo bisognava esserci».

(Tina Anselmi)

 

Il 31 ottobre 2016 è morta, nella sua casa di Castelfranco Veneto (Treviso), Tina Anselmi, partigiana cattolica della brigata “Cesare Battisti” e componente del Comando regionale CVL del Veneto, nome di battaglia “Gabriella”. Aveva 89 anni.

Fu una donna straordinaria, prima in tutto: partigiana a 17 anni, prima donna a ricoprire la carica di Ministro della Repubblica, prima donna a presiedere una Commissione parlamentare d’inchiesta, prima donna a cui sia mai stato dedicato, in vita, un francobollo (il 2 giugno di quest’anno, nel 70° della Costituente e nel 40° della sua nomina ministeriale).

Tina Anselmi era nata nella sua Castelfranco Veneto il 25 marzo 1927 da una famiglia cattolica e antifascista. Il padre, aiuto farmacista di idee socialiste, fu a lungo perseguitato dal regime.

Dopo il ginnasio, frequentò l’Istituto Magistrale a Bassano del Grappa: in questa città, il 26 settembre 1944, nazisti e fascisti la costrinsero, insieme ad alcuni compagni di scuola, ad assistere all’impiccagione di trentuno prigionieri per rappresaglia: decise così di prender parte attivamente alla Resistenza. Staffetta per la brigata “Cesare Battisti” di Gino Sartor, Gabriella passò ben presto al Comando Regionale CVL del Veneto per le sue doti di integrità, coraggio, onestà e abnegazione.

Dopo la guerra si laureò in Lettere alla Cattolica di Milano e diventò insegnante elementare. Iniziò, nello stesso periodo, l’attività sindacale (dapprima per la CGIL e poi, dalla sua fondazione nel 1950, per la CISL): fu dapprima sindacalista dei lavoratori tessili (1945-1948) e poi degli insegnanti elementari (1948-1955).

Democristiana dal 1944, fu da sempre attiva nella militanza in quel partito, dapprima come incaricata nazionale del giovanile (1958-64), poi membro del Consiglio nazionale (dal 1959) e componente del comitato direttivo dell’Unione europea femminile (dal 1963).
Entrata in Parlamento come deputata, fu rieletta per sei legislature (1968-1992); ricoprì per tre volte l’incarico di Sottosegretario al Lavoro (1974-1976), fu Ministro del Lavoro e della Previdenza sociale (1976) e Ministro della Sanità (nel 1978 e 1979); ricoprì, inoltre, lo scomodissimo incarico di Presidente della Commissione parlamentare d’inchiesta sulla Loggia massonica P2 di Licio Gelli (1981-1985).

In ogni incarico, i suoi saldi valori e i suoi inflessibili principi, temprati dalla lotta partigiana, permisero al Parlamento e al paese, anche in circostanze drammatiche, di conservare la dignità e di purificare le istituzioni dal malaffare.

Mai dimentica della sua esperienza partigiana, nel 2004 promosse la pubblicazione del volume Tra città di Dio e città dell’uomo. Donne cattoliche nella Resistenza veneta (a cura di L. Bellina e M.T. Sega, Edizioni ISTRESCO). In più occasioni, tra il 1992 e il 2006, fu presa in considerazione dal mondo politico e soprattutto dalla società civile per una candidatura alla Presidenza della Repubblica.

Nel 2009 ricevette il Premio Articolo 3, come «riconoscimento all’attività svolta durante tutta una vita spesa – anche a rischio della medesima – al servizio della libertà e dei valori di uguaglianza sanciti proprio dall’articolo 3 della nostra Carta Costituzionale. Questo ricordando in particolare l’attività dell’on. Anselmi come giovanissima staffetta partigiana, di sindacalista, di madre della legge sulle pari opportunità, di ministra, di principale autrice della riforma che introdusse il Servizio sanitario nazionale e di guida esemplare della Commissione parlamentare d’inchiesta sulla Loggia P2».

Un vero vanto dell’Italia partigiana e antifascista.

Una donna che già ci manca, e che ci mancherà.

R.T.

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