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Ricordo della Brigata “Lorenzini” a Malga Mignone (Ossimo-Lozio-Borno)

Apre la Cerimonia Roberto Ravelli Damioli, consigliere provinciale dell’Associazione Fiamme Verdi di Brescia e responsabile dell’Associazione della Bassa Valle Camonica. Ringrazia il Comune di Ossimo, guidato dal Sindaco Farisè, che in collaborazione con i Comuni di Borno, Lozio e le Fiamme Verdi locali, ben rappresentate da Andrea Marsigaglia e da Gian Franco Scalvinoni, hanno voluto anche quest’anno ricordare i partigiani del Gruppo C4 Fiamme Verdi facenti parte della Brigata Lorenzini, che in queste montagne avevano il campo base, e dove nella primavera del 1944 sono stati effettuati dei lanci da parte degli alleati. Proprio per ricordare questi fatti, lo scorso anno è stato realizzato un monumento a ricordo perenne, in questi luoghi che hanno visto l’alba della Liberazione.

Il Gruppo Alpini di Ossimo, ha allestito un centro di ristoro a disposizione dei numerosi partecipanti, molti dei quali hanno raggiunto a piedi la malga Mignone dopo una passeggiata tra le conifere che da Ossimo, Lozio e Borno ombreggiano le strade di accesso, approfittando della splendida giornata primaverile.

La Santa Messa, in onore ai caduti della Resistenza, è stata celebrata dal Cappellano Militare Mons. Angelo Bassi il quale ha ricordato i sacrifici dei giovani Ribelli che con il loro impegno e a volte, con la donazione della propria vita ci hanno permesso di vivere in un Paese Libero e Democratico. Attorno all’altare il Labaro delle Fiamme Verdi, i gagliardetti dei gruppi Alpini ed i Sindaci di Ossimo, Lozio e Borno ed attorno, quanti hanno voluto partecipare alla cerimonia religiosa.

Dopo il saluto del Sindaco di Ossimo Cristian Farisé che, a nome anche di Veronica Magnolini Sindaco di Borno e di Francesco Regazzoli Sindaco di Lozio, ha ringraziato i presenti che hanno voluto partecipare a questo importante momento di ricordo, ha preso la parola Luigi Mastaglia per l’intervento conclusivo.

Mastaglia ha detto tra l’altro: “Permettetemi un breve accenno ai fatti ed alle azioni che si sono avvicendate ai piedi del Pizzo Camino e sul versante della Concarena iniziando dalla preziosa testimonianza della Signora Giacomina Zendra (che allora aveva 10 anni) figlia dei proprietari di una cascina nella quale i partigiani del Gruppo C4 Pizzo Camino avevano fissato il loro campo base per molti mesi dell’anno: (La mia famiglia occupava questa cascina in modo continuativo da metà aprile a tutto il mese di settembre. Da Ottobre in poi, quando noi eravamo scesi a valle con il bestiame, i Partigiani alloggiavano qui. C’era una piccola cucina, a volte usata anche come dormitorio, ma normalmente loro dormivano di sopra dove tenevamo il fieno. Non avevano coperte, quelle che utilizzavamo noi le portavamo a casa, perché erano le uniche che avevamo …). La Signora, presente anche quest’anno alla cerimonia ricorda ancora che anche d’estate quando loro utilizzavano la cascina, (… i Partigiani passavano magari a chiedere qualcosa e noi davamo loro del latte, anche da mangiare e loro non hanno mai approfittato e ci hanno sempre trattati bene …).”

In riferimento alle azioni, Mastaglia ricorda:

“Nei primi giorni dell’Ottobre 1944 cadranno due partigiani del Gruppo C8   delle Fiamme Verdi, comandato da Giacomo Cappellini attaccati nella località Sendini (sopra Cerveno), dove avevano la loro base durante un rastrellamento della GNR favorito da una spia che aveva fatto parte della formazione partigiana. I caduti – Pio Battocletti e Giovan Maria Bazzoni, cinque verranno fatti prigionieri, Giuseppe Cattane e Antonio Salvetti verranno fucilati a Breno il 13 ottobre, nel cimitero dopo essere stati costretti a scavarsi la fossa. Raimondo Albertinelli, Martino Guarinoni, Lorenzo Pelamatti saranno successivamente fucilati a Darfo.

Sempre nel mese di ottobre del 1944 a Sedòls sulla strada per il Rifugio Coppellotti (presso il quale si tenevano corsi di addestramento per ufficiali delle truppe tedesche), c’è stato uno scontro tra una colonna di ufficiali con il gruppo C9 comandato dal tenente Ermanno Grassi, la cronaca dello scontro è riportata sul Libro di Francesco Inversini -La Carneficina- (… i morti sono stati 13 ufficiali tedeschi e due partigiani. La rappresaglia dei tedeschi è stata violenta, … 18 le baite bruciate o danneggiate … solo l’intervento del Parroco Don Domenico Moreschi e del Curato Don Andrea Pinotti aiutati dall’interprete tedesco Mùller, ha salvato il paese dalla distruzione totale e i suoi abitanti dalla fucilazione …) E’ interessante ricordare che gli alti comandi tedeschi avevano diramato l’ordine di fucilare dieci civili Italiani per ogni soldato e cento civili per ogni ufficiale tedesco morto. Un ordine che ben rappresenta il livello di barbarie praticata dalle truppe tedesche ben spalleggiate dalla sbirraglia fascista. Comportamenti inumani che hanno provocato stragi ed uccisioni di civili in tutt’Italia.

Il 21 Febbraio 1945 a Laveno di Lozio verrà catturato, in uno scontro a fuoco, il comandante del C8 Giacomo Cappellini (medaglia d’oro alla memoria) dai militi della GNR. Il Comandante coprirà la fuga dell’amico Sandrinelli (Camara) al quale aveva ordinato di scappare. Dopo essere stato ferito e con l’arma inceppata è stato catturato, quindi trasferito a Breno poi a Brescia in Castello dove subirà atroci torture, condannato a morte sarà fucilato il mattino del 24 marzo 1945.

Ritengo ora necessario, anche un breve accenno alle ricorrenze in questo 70° anniversario della Liberazione.

Il 25 Aprile, è stato celebrato a Darfo ed ha registrato la partecipazione di tutti i Comuni della Vallecamonica. Il Comitato per la celebrazione del 25 Aprile, insieme al Comune di Darfo Boario Terme lo ha voluto dedicare in modo specifico al Colonnello Ferruccio Lorenzini, catturato nei pressi del passo San Giovanni / Pratolungo, torturato, vilipeso, carcerato e fucilato all’alba del 1° gennaio 1944 a Brescia. La Brigata di cui facevano parte i partigiani operanti in questi luoghi portava il suo nome”.

“E’ in atto una campagna di denigrazione della Resistenza” ha continuato l’oratore, “una campagna che vorrebbe addirittura sopprimere la festa del 25 Aprile, che tende a mettere sullo stesso piano i morti Partigiani con quelli della repubblica di Salò e magari onorarli insieme alle vittime della barbarie nazifascista.

La pietà per i morti non è in discussione, come non lo è il diritto dei loro parenti e amici di piangerli. Ma bisognerà pure distinguere tra chi lottava per liberare l’Italia dalla dittatura, dall’occupazione nazista e che aveva tra i suoi ideali la Democrazia e quelli che stavano a fianco degli sterminatori di intere popolazioni.

La Resistenza, fu un serio problema militare per gli alti comandi tedeschi al punto che il feldmaresciallo Kesserling volle assumere in prima persona un ruolo preminente nella lotta antipartigiana.

L’apporto della Resistenza europea alla guerra contro il nazismo è stato dunque enorme anche sul piano militare tenendo occupate decine di migliaia di soldati tedeschi e repubblichini, distolti così dai principali fronti di guerra.

Ai professionisti del revisionismo che imperterriti, continuano la loro opera, anche in questi giorni e sostengono: sono passati tanti anni, mettiamoci una pietra sopra, i morti sono tutti uguali! E poi: anche i partigiani hanno combinato molti guai!

Ci sentiamo in dovere di rispondere: Per chi è Cristiano, il perdono e la riconciliazione fanno parte della sua cultura, ma per il rispetto che dobbiamo ai valori, agli ideali, ai principi per i quali milioni di uomini e donne hanno sacrificato la loro vita nell’immane conflitto mondiale, noi riaffermiamo oggi che Resistenza e Fascismo non hanno la stessa dignità.

Non possiamo accettare, lo dico davvero con forza e convinzione profonda, e non accetteremo la riabilitazione del Fascismo, né sul piano storico né su quello etico. Il Fascismo è nato ed e cresciuto nella violenza. E’ stato sconfitto dalla storia”.

Mastaglia, conclude l’intervento auspicando che tutti noi continuiamo a   riconoscerci nel grido disperato che proviene dal campo di sterminio di Hersbruck. Nelle parole scritte da Teresio Olivelli, medaglia d’oro al valor partigiano: “Signore, facci liberi”.

 

Malga Mignone – Ossimo, Lozio, Borno, 7 giugno 2015

A cura di Luigi Mastaglia

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Gagliardetto, labari e sindaci
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Santa messa e Monumento