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Fiamme Verdi in Mortirolo, 3 settembre 2023

Per la settantottesima volta le “Fiamme Verdi” di Brescia sono tornate sui “monti ventosi” della Valle Camonica, simbolo della lotta e dell’idealità partigiana, invitando istituzioni, associazioni e cittadini al tradizionale appuntamento “Fiamme Verdi in Mortirolo”, per ricordare i Caduti per la Libertà.

Sull’alzata prospiciente la chiesetta di San Giacomo in Mortirolo si è svolta la cerimonia di commemorazione delle battaglie lì combattute tra il febbraio e il maggio del 1945, con l’eroico sacrificio di molte giovani vite. Foltissima la partecipazione di associazioni partigiane, combattentistiche e d’arma, sindacali, culturali; ricca anche quest’anno la presenza di sindaci e amministratori locali della Valle e dei comuni della provincia, oltre al vicesindaco della Città capoluogo Federico Manzoni e dell’assessore Marco Fenaroli.

I partecipanti si sono ritrovati presso la chiesetta di San Giacomo per l’alzabandiera e per partecipare alla Santa Messa celebrata da mons. Tino Clementi, cappellano delle FF.VV. Al termine della messa Monica Rovetta ha letto alcune pagine del diario di padre Giulio Cittadini, partigiano e sacerdote dei Padri della Pace.

Introdotti e coordinati da Ferdinando Sala, si sono susseguiti gli interventi istituzionali di saluto del sindaco di Monno Romano Caldinelli, del sindaco di Mazzo in Valtellina Franco Saligari, coordinatore dell’Ecomuseo della Resistenza in Mortorolo e del presidente della Provincia Emanuele Moreschini. Ha poi preso la parola il Presidente nazionale FIVL, Roberto Tagliani, seguito dai saluti della partigiana Rosy Romelli e della testimonianza di Giovanni Boccacci, figure storiche del partigianato bresciano. L’appassionata e commuovente orazione ufficiale è stata tenuta da Patrizia Caldinelli, della Cooperativa Sociale Anemone di Brescia, che ha ricordato la figura di don Giovanni Antonioli, sacerdote e partigiano.

Questo l’intervento di Patrizia:

Quando mi hanno chiesto di partecipare a questa giornata ero spaventata, ma nello stesso tempo lusingata. Qualcuno mi aveva scelta; il mio pensiero è andato subito a don Giovanni Antonioli virgola che avrebbe detto come me: «Ma perché proprio io?» Poi, non sappiamo dire di no.
Ma la differenza tra noi due è tanta: lui, uomo irraggiungibile, che con una sola semplice frase sapeva far pensare chiunque. Ogni volta che vedo buio davanti a me apro un suo libro a caso e lui sa aiutarmi.
Oggi il suo libro è Sentieri della legna, che parla di quei sentieri puliti con fatica, che hanno permesso a qualsiasi ramo secco, o storto, o grosso di arrivare a valle. Chi ha pulito quei sentieri non solo li ha puliti con cura per la propria legna: era un lavoro preparato per tutti quelli che ne avevano bisogno. Non hanno risparmiato forze perché, se fatto bene, nessuno avrebbe sbagliato il percorso.
Anche le nostre montagne ci raccontano di strade costruite con fatica da quei giovani, saliti fin quassù: non pensavano a loro, era fatica per chi sarebbe arrivato dopo. Ora sta a noi capire quanto è comodo trovare un sentiero pulito, a noi il dovere di accompagnare a valle quel ramo messo di traverso.
Non possiamo essere sordi o muti davanti a quest’eredità: basta egoismo! Viviamo la giornata giorno dopo giorno, accontentiamoci del presente e pensiamo un po’ anche “al dopo di noi”.
E poi, nel bosco: qui ci vedo la disabilità, quel buio fatto di alberi sempre più alti, che cercano spazio per trovare la propria luce… ma poi, senza perdere la fiducia, cerco di farmi spazio, di andare avanti, ed ecco uno spiraglio: un gruppo di alberi secchi si sono sacrificati per far entrare il sole.
Non hanno pensato alla propria luce, ma a dare vita a ciò che avevano alle proprie radici. Ed ecco allora qualche fiorellino, un rigagnolo d’acqua… ed ecco la vera vita, quella semplice, quella colorata, quei fiori tanto piccoli ma tanto belli, che hanno bisogno solo di poca luce e di attenzione.
La disabilità è una realtà che a volte spaventa: ma basterebbe accettarla e conoscerla a fondo. Non sempre riusciamo: bisogna viverla, vincere la paura e farci abbracciare. Da lì in poi, nessuna barriera: gli occhi sorrideranno alla vita, e questa sarà la nostra ricompensa.

Concludo ringraziando tutti per avermi ascoltata e ringrazio don Giovanni per l’esempio di vita che ogni giorno ci trasmette. Un grazie infinito va a tutti quei ribelli per amore che hanno saputo distinguersi, per insegnarci a vivere.

Al termine dell’orazione ufficiale è stata deposta una corona di fiori davanti al cippo che ricorda i caduti delle battaglie del Mortirolo.

Una folta delegazione è poi salita alla croce che ricorda il sacrificio di Luigi Tosetti, partigiano e carabiniere, morto sulla via del Passo della Foppa. Nell’occasione sono state apposte due targhe di dedica alle due panchine europee che dal passo guardano verso la Valtellina: una è stata intitolata a David Sassoli, già presidente del Parlamento Europeo, e una al comandante partigiano delle Fiamme Verdi in Mortirolo, poi magistrato e commissario europeo Lionello Levi Sandri.

Cliccando su questo link è possibile vedere il bel servizio di Teletutto dedicato alla giornata.

Qui una galleria di immagini della manifestazione: