Associazione

Brescia

aderente alla

Federazione Italiana Volontari della Libertà

Menu

FF.VV. e Alpini a Malga Mignone (Ossimo)

E’ diventato ormai un appuntamento per le Fiamme Verdi, per i gruppi degli Alpini di Ossimo, Borno e Lozio, per gli Amministratori, la prima domenica di giugno in località Mignone, dove nel 2014 è stata posata una Stele/Monumento per ricordare la zona ed i cascinali dove i “Ribelli” delle Fiamme Verdi del Gruppo C4 “Pizzo Camino” Brigata Lorenzini trovarono alloggio ed aiuti dalla popolazione, tra un’azione di guerriglia ed un’altra durante i venti mesi di lotta per la liberazione e dove avvennero alcuni lanci di materiale bellico e viveri da parte delle Forze Alleate per le formazioni Partigiane che operavano sulla Concarena e nelle zone limitrofe, ai piedi del Pizzo Camino.

Sulla Stele/Monumento sono state incise queste frasi “1943 – 1945 I Partigiani delle Fiamme Verdi di Ossimo Borno Lozio combattenti per la Liberazione della Patria, in questa zona loro campo base trovarono rifugio, ospitalità, sostegno e solidarietà. Qui ricevettero i lanci degli alleati di armi, munizioni e viveri. I loro ideali furono libertà, indipendenza e giustizia. Le Amministrazioni e le Fiamme Verdi, in memoria, riconoscenti. 25 Aprile 2014”.

Alla cerimonia, di Domenica 5 Giugno, sono presenti i Sindaci di: Borno – Vera Magnolini; di Ossimo – Cristian Farisé; di Lozio – Francesco Regazzoli; una rappresentanza dei Gruppi Alpini e l’Associazione Fiamme Verdi della Vallecamonica, alcuni abitanti delle comunità che ancora ricordano quei difficili anni di guerra.

Ravelli Damioli Roberto, delle Fiamme Verdi inizia il ricordo.  Un sentito grazie ai Gruppi Alpini, un grazie ai Sindaci che hanno voluto essere presenti ed in particolare quelli che hanno spostato le ferie per essere con noi. Oggi siamo qui a ricordare, ed è il terzo anno, in località Mignone, i Partigiani che hanno combattuto per la liberazione ed insieme vogliamo ricordare che in questo posto ci furono tra i primi aviolanci da parte degli alleati destinati alle formazioni “Ribelli”. La giornata è organizzata in questo modo: ci sarà la Santa Messa in suffragio di tutti i caduti, celebrata da Don Mauro Zambetti e, a seguire, gli interventi ufficiali.

Alcuni stralci dell’omelia di Don Mauro Zambetti, … vogliamo con questa celebrazione ricordare tutti i morti a causa della guerra e della violenza. Noi vogliamo affidare a Dio questi morti perché li accolga nella sua casa… Normalmente noi siamo molto attaccati alla vita terrena e San Paolo ci ricorda che la parte più importante da salvare è l’anima… vogliamo pregare per tutti i caduti della guerra e vogliamo pregare anche per noi che siamo costantemente in lotta per difendere i valori della vita, i valori della famiglia… che il Signore ci aiuti a combattere con gli strumenti che lui ci ha donato, con la preghiera, con il perdono con la volontà di servizio, anteponendo al male una proposta positiva per il bene comune.

Prende la parola il Sindaco di Borno a nome anche degli altri Sindaci presenti.

Vera Magnolini. Ringrazio i colleghi sindaci Farisé e Regazzoli, che mi offrono la possibilità di rappresentarli e sono qui con noi come tutti gli anni, grazie alle Fiamme Verdi che con il loro impegno ci danno l’opportunità di fare questa cerimonia, grazie agli Alpini e grazie a Don Mauro, è stata un’Omelia molto veloce per il tempo che non è stato clemente. Questo dove siamo è un posto “sacro”, è un segno, come tanti ce ne sono in Val Camonica, per ricordare gli episodi di una guerra che ha marchiato con questi segni le nostre montagne. Segni purtroppo anche di sangue per le giovani vite che qui sono state immolate. Domenica scorsa eravamo a Pratolungo ed anche lì il tempo non era clemente, come oggi, abbiamo posato una corona davanti al Monumento in ricordo dei caduti e come sempre ci siamo emozionati per il ricordo che ci accompagna in queste cerimonie. Dobbiamo dire che le Fiamme Verdi, l’Anpi e i gruppi Alpini sono campioni della memoria, ci costringono a ricordare e ci aiutano a pensare e riflettere su quanto è successo, a chi veramente ha sacrificato sé stesso per consegnarci questa libertà che non dobbiamo pensare ci sia stata donata per sempre è un valore che dobbiamo difendere e dobbiamo essere orgogliosi di avere ed essere coscienti di doverla difendere in tutti i modi. Grazie a tutti voi che avete voluto, nonostante il tempo, essere presenti.

La parola ora a Stefano Sandrinelli, del Direttivo delle Fiamme Verdi di Val Camonica, che terrà l’intervento conclusivo.

Stefano Sandrinelli. Giovedì 2 giugno, come ogni anno abbiamo, con la celebrazione della S. Messa alla chiesa della Madonna del Ribelle sul colle Barberino, commemorato ed onorato tutti i caduti durante la Resistenza. Ma, giovedì 2 giugno era anche il 70º del primo frutto della Resistenza dopo 20 anni di dittatura fascista l’Italia tornava a votare e a votare a suffragio universale, per la prima volta votano anche le donne e per due eventi importanti: il primo il referendum per la scelta tra la Repubblica e la Monarchia e altrettanto significativo il voto per la realizzazione dell’Assemblea Costituente che aveva il compito di scrivere la Carta Costituzionale della Repubblica Italiana antifascista come sognata dai partigiani durante i mesi di lotta alla dittatura nazi fascista. A questo voto partecipò l’89% degli aventi diritto e scelse la Repubblica, elesse anche i componenti l’Assemblea Costituente e la nostra amata Costituzione sarà promulgata il 1 gennaio del 1948. Il 4 giugno, inoltre, è l’anniversario della liberazione di Roma e successivamente ci fu l’avanzata degli alleati fino al Monte Cassino, che come sapete è stato distrutto, in quel luogo purtroppo la risalita degli alleati, nel territorio italiano, si fermò. Corre doverosamente il nostro pensiero ai Partigiani che erano su queste montagne che hanno dovuto passare un autunno ed un inverno, quelli del 1944, tra i più micidiali, nella morsa del freddo, tra rastrellamenti, fame, sottoposti a continue denunce di solerti e prezzolate spie. Fu un inverno veramente durissimo. Noi oggi non siamo qui solo a commemorare i nostri morti ma a celebrare la Resistenza i cui valori e ideali restano ben validi anche per l’Italia di oggi. Concedetemi di usare le parole di un protagonista, Lionello Levi Sandri, il mitico capitano “Sandro” delle battaglie del Mortirolo e vice Comandante della Divisione Tito Speri delle Fiamme Verdi. Dopo la guerra fu Consigliere di Stato e Commissario Europeo. Voglio ricordare anche come scritto sul diario di Salva Gelfi, che la famiglia di Levi Sandri quando arrivò a Civitate, in fuga da Brescia perché perseguitati in quanto ebrei, erano sprovvisti di tutto, furono aiutati dall’arciprete Don Carlo che addirittura svuotò la cassetta delle elemosine per dare aiuto a questa famiglia in fuga e incaricò la Salva di accompagnarli a Bienno dove trovarono ospitalità.

In un discorso tenuto a Bassano del Grappa Levi Sandri disse“… Innanzitutto va chiarito che la Resistenza fu un avvenimento militare che impegnò forze militari avversarie, la guerra non fu soltanto civile, lo fu da noi per certi aspetti in quanto nello stesso paese le persone avevano fatto scelte diverse, ma ad esempio a Cefalonia e Corfù, nell’Italia liberata dagli alleati, la guerra fu combattuta fra eserciti, quello italiano, contro l’occupante nazista. La Resistenza non fu solo un fatto militare ma fu anche un fatto politico, un fatto che voleva incidere nell’avvenire stesso dello Stato e della società”. È per questo che hanno combattuto sulle nostre montagne perchè … come diceva Mazzini, “-più della servitù temo la libertà portata in dono!” Grazie alla Resistenza la libertà è stata conquistata e non ci è stata donata. Grazie alla Resistenza il nostro Paese, che ha dovuto pagare al tavolo della pace un durissimo scotto per la guerra fascista, ha potuto però porsi sullo stesso piano delle altre nazioni libere e democratiche 

Grazie alla Resistenza sono state poste le premesse ideali e morali perché una nuova società libera, giusta e pacifica potesse sorgere sulle rovine di quella che stava miseramente scomparendo, E i principi basilari di questa nuova società sono stati accolti ed affermati nella Costituzione della nostra Repubblica, che trova nella Resistenza le sue radici e il sui fondamento.

Nella Preghiera del Ribelle …” che abbiamo sentito prima, letta da Roberto, “ … vi è un’invocazione che esprime in mirabile sintesi, i sentimenti che, talvolta nel nostro inconscio erano allora comuni a tutti noi partigiani

Signore tu che dicesti, io sono la Resurrezione e la Vita, rendi nel dolore all’Italia  una vita generosa e severa – E questa vita generosa e severa noi volevamo appunto per il nostro Paese … ” Levi Sandri nel discorso del 1984 si fa delle domande “ … Siamo stati capaci di realizzare in questa Italia una vita generosa e severa? E qui purtroppo il bilancio non è tutto positivo, la libertà è stata conquistata, è stato conseguito un grande progresso economico. Ma se senza la libertà è essenziale, se senza la libertà nulla è possibile, è certo che essa da sola non esprime tutte le aspirazioni, tutti gli ideali della Resistenza. Alla libertà deve affiancarsi la giustizia, la giustizia tra i singoli, la giustizia tra le classi“. Non a caso numerose formazioni partigiane furono chiamate -Giustizia e Libertà- “ … Non è  generosa la vita di questa nostra società perché anche da noi, ancora oggi , stiamo vivendo una crisi generalizzata, ma anche nei momenti di vacche grasse, la ricchezza che è stata prodotta  è stata mal distribuita, non è riuscita a dare lavoro a tutti, soprattutto ai giovani … “ Gli ultimi rapporti della Banca d’Italia, leggevo stamattina sui quotidiani, dicono addirittura che il nostro reddito, il nostro potere d’acquisto, è ai livelli degli anni ‘76, non è una bella cosa

continua Levi Sandri “ … Non è  generosa e severa la vita di questa nostra società che di fronte a situazioni di povertà e di indigenza, sussistono anche oggi sfacciate manifestazioni di ricchezza che consentono a determinate categorie di farsi forti per poter perseguire altri privilegi.

“ … Infine non è generosa e severa  questa nostra società che , nonostante lo sforzo di tanti magistrati, non è stata capace di assicurare alla giustizia mandanti ed esecutori  delle stragi fasciste

Gli ultimi due mali, moderni e che ci devono preoccupare di più,  sono:

la disaffezione al voto, dicevo prima che alle prime votazioni parteciparono la stragrande maggioranza degli aventi diritto (89%), oggi siamo scesi in alcune votazioni al 40% speriamo che oggi alle amministrative si raggiunga almeno il 60%, non voglio analizzare le cause della disaffezione, che voi conoscete meglio di me. La gente è stanca non ha scelta, le persone che si propongono a volte non sono all’altezza, le leggi elettorali non favoriscono una scelta adeguata, ma poi ognuno di noi ha le proprie considerazioni; La disaffezione ribadisco è una cosa grave che noi dobbiamo combattere, bisogna sempre andare a votare, non è solo un diritto è un dovere. Una forte partecipazione al voto dà anche a chi si amministra una maggiore forza, essere votati solo dal 40% degli aventi diritto non dà certo soddisfazioni neanche agli eletti.

La seconda cosa che ci turba, ricordata anche dal Professor Comensoli nel suo intervento il 24 aprile a Borno, è il constatare che è calata la predisposizione ad ascoltare, a parlare, a riflettere, …basta seguire un dibattito in televisione per avere la conferma di questo, tutti sono contro tutti, nessuno più ascolta cosa l’altro  ha da dire, nessuno è più portato a riflettere prima di parlare, tutti parlano solo per contraddire l’altro.

A tale proposito vorrei ricordare che nella Resistenza prima, nel Governo di Unità Nazionale all’indomani della Liberazione e nella Costituente poi, militavano persone che facevano parte di tutti i partiti politici a partire dai liberali fino ai comunisti, eppure costoro furono in grado di mettere le basi e trovare un accordo per donarci un’Italia Democratica. Essi si parlavano, riflettevano, riuscivano a trovare soluzioni comuni. Oggi non esiste più confronto, perché appena uno apre la bocca è considerato un nemico.

L’idea che aveva Lionello Levi Sandri era questa: “ … La Resistenza è incompiuta …” Definendola incompiuta ci richiamava a un dovere, lo diceva anche Padre Sorge, dobbiamo ritrovare e rinnovare i valori comuni che ci sono stati trasmessi, il rispetto, la capacità di confronto con gli altri, ed un impegno comune per recuperare questa Italia. Certo i problemi sono tanti, ad esempio noi oggi siamo qui in questo splendido scenario, è uno scenario bello, i sindaci qui presenti e quelli che li hanno preceduti insieme alle popolazioni, lo hanno conservato. Oggi cade anche la giornata per l’ambiente, gli esperti ci dicono che per salvare il pianeta bisogna affrontare alcuni punti importanti, che sono poi i compiti per noi nuovi resistenti:

la lotta contro la distruzione dello scudo rappresentato dall’ozono nell’atmosfera, la lotta contro la deforestazione, la preservazione delle risorse idriche insieme alla lotta contro la desertificazione e la siccità. Queste cose devono toccarci, i problemi che sembrano distanti, se non risolti, hanno delle ricadute che ci possono interessare direttamente, basterebbe pensare alle conseguenze del dopo Chernobyl.

Papa Francesco ha emanato un’enciclica –Laudato Si- nella quale sollecita la cura della casa comune, in questa Enciclica ci sono suggerimenti espliciti su come noi singoli dobbiamo comportarci per curare la nostra casa comune, purtroppo molti di noi e molti anche di quelli che comandano siamo un po’ sordi su questo argomento.

Per ultimo vi voglio leggere una lettera ……

“Cara mamma non piangere per me perdonami e pensa se fossi stato tra coloro che martirizzano la nostra gente. Io sono qui per nessun altro scopo che la fede, la giustizia, la libertà e combatterò sempre per raggiungere il mio ideale. Presto verremo giù e vedrai che uomini giusti saremo. Allora si vivrà con la soddisfazione di vivere e non con l’egoismo di oggi”

Questa è la lettera scritta alla madre dal Partigiano Bortolo Fioletti (Poldo) di anni 19, ucciso il 1° Maggio 1945 in battaglia a Monno.

L’impegno che noi ci assumiamo è quello di portare avanti le idee di questi giovani che per noi si sono sacrificati. Grazie a tutti.

Malga Mignone (Ossimo)

05 Giugno 2016

Registrazione e Trascrizione  a cura di Luigi Mastaglia

I Sindaci Inizia la Cerimonia-1 Inizia la Cerimonia L'Inno d'Italia Stefano Sandrinelli