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Commemorazione di Antonio Lorenzetti – Artogne, 28 luglio 2016

Il Comune di Artogne, l’Associazione Fiamme Verdi, l’ANPI, l’Associazione Ex Internati, il Gruppo ANA di Artogne, l’Ass. “Divisione Acqui”, per ricordare gli Artognesi Caduti per la Resistenza e tutti i Caduti, Combattenti e Staffette della Brigata “Lorenzetti” hanno organizzato, per Giovedì 28 luglio un incontro ad Artogne che si è svolto secondo il tradizionale programma che si ripete da molti anni.

Il ritrovo presso le Scuole Elementari dove è stata posata una Corona alla Targa ricordo della Divisione Acqui. Con in testa la Banda Musicale di Artogne, il Corteo si è diretto verso il Municipio ove con l’omaggio di una Corona al Monumento si sono ricordati i Caduti di tutte le Guerre. Di seguito, dopo l’inno Nazionale e l’alza Bandiera si è ripetuto l’omaggio di una corona al Monumento “Alla Libertà”.

Ha preso la parola il Vice Sindaco di Artogne Fabio Cantoni che ha detto, tra l’altro, “ … Ringrazio tutti i presenti perché questi sono momenti sempre importanti, siamo partiti dalle nostre Scuole Elementari dopo aver deposto una corona e ricordato i caduti della Divisione Acqui che sono stati i primi caduti della Resistenza tra i quali vi erano anche alcuni nostri concittadini camuni, siamo qui anche per ricordare i nostri caduti Partigiani di Artogne che hanno combattuto per conquistare un valore che noi riteniamo importantissimo che quello della Libertà che tutti noi ricerchiamo sempre ed è sempre attuale anche oggi. È un dono che sappiamo nessuno ci può regalare ma va difeso giorno dopo giorno. I nostri Partigiani hanno saputo portare in alto un altro valore quello della capacità di sacrificio e loro lo hanno saputo portare in alto anche a costo della loro giovane vita, lo hanno fatto perché amavano troppo la libertà, quella che ci hanno voluto donare insieme ad un Paese più giusto, più libero, più attento ai problemi della gente. Tra di noi c’è un testimone, uno degli ultimi, che hanno combattuto per questi valori, lo ringraziamo per quanto lui insieme ad altri hanno fatto per noi. Grazie.

Si approfitta della presenza e della disponibilità del Partigiano Bruno Fantoni della Brigata “Lorenzetti” delle  Fiamme Verdi, uno degli ultimi, per sentire una sua testimonianza.

Bruno Fantoni “grazie per avermi dato la parola anche perché sono uno dei pochi rimasti, credo di poter portare un contributo alla celebrazione che stiamo vivendo. Ho ben vivi nella mia mente, i ricordi di quei giorni, tra questi ricordi c’è quello di Antonio Lorenzetti, il giovane partigiano che con il suo sacrificio è stato ritenuto degno di dare il proprio nome ad una Brigata della Divisione Tito Speri delle Fiamme Verdi. Antonio era un mio caro amico, considerava il rischio una componente naturale della nostra condizione di Partigiani combattenti. Amava ripetere – tutto quello che ritengo utile debba essere fatto, lo faccio, con la convinzione di poter essere utile alla nostra causa, ai valori per i quali stiamo combattendo –. Certamente pensando a quanto successo, il suo sacrificio insieme al sacrificio di molti altri non ha prodotto quella società Giusta alla quale pensavamo quando siamo saliti in montagna. Avevamo la speranza di poter cambiare la nostra Italia ma, vedendo come stanno andando le cose, non mi sembra che questo sia avvenuto, almeno come noi pensavamo. Io ormai sono vecchio ho compiuto 90 anni, ora tocca a voi difendere la libertà e continuare la battaglia per un futuro migliore, Grazie.

Insieme al Responsabile dell’Associazione delle Fiamme Verdi di Brescia Alvaro Peli, il consigliere provinciale FF.VV. Roberto Ravelli Damioli consegna a Cristina Quetti, autrice della tesi La Resistenza Italiana. La guerra dei deboli, presentata all’Esame Conclusivo di Stato nell’a, s. 2015/16 al Liceo “C. Golgi” di Breno, la tessera onoraria dell’Associazione delle Fiamme Verdi ed il fazzoletto verde della Brigata, con l’augurio di vederla alle iniziative che verranno programmate in ricordo dei nostri Patrioti della Liberazione.

L’intervento ufficiale viene tenuto da Stefano Sandrinelli, che di seguito viene riportato integralmente, come trasmesso dall’autore.

Stefano Sandrinelli, del Direttivo dell’Associazione delle Fiamme Verdi Vallecamonica.

La riflessione è l’attività che coglie la vera natura dell’oggetto posta dal soggetto, operando la comparazione di molteplici rappresentazioni, per trovarne le note comuni oppure diverse. L’oggetto è la Resistenza, il soggetto l’azione, i sogni e gli ideali dei nostri partigiani.

Inizio da Piero Calamandrei, Uomini e città della Resistenza: 

La Resistenza non fu soltanto uno sforzo eroico per sterminare i carnefici, per ricacciare nell’inferno i mostri della barbarie; fu anche un impegno costruttivo di lavorare pacificamente su una strada aperta per la conquista di una vera democrazia. Tra i morti della Resistenza vi erano seguaci di tutte le fedi: ognuno aveva il suo Dio, ognuno aveva il suo credo: e parlavano lingue diverse, e avevano pelle di diverso colore: eppure, nella libertà e nella dignità umana, si sentivano fratelli: e quando si trattò di difendere questi beni, ognuno fu pronto, nonostante la diversità della fede e di nazione, a sacrificarsi per il fratello.
Essi dunque non ci insegnarono a distruggere la diversità delle idee, perché essi morirono proprio per abbattere il totalitarismo che distrugge la dignità della persona, quella dignità che si esprime nella libertà di pensiero; ma volevano rincuorare tutti gli uomini di buona volontà, anche se di idee diverse, a lavorare insieme per la verità e le idee.

Da tempo l’amico Virgilio Cotti Cometti si pone le domande che tutti noi siamo chiamati a farci ed auspica che la nostra futura classe dirigente che tenga conto degli insegnamenti che i combattenti della Resistenza ci hanno voluto lasciare:

È giusto ancora a distanza di settant’anni parlare di Resistenza? È importante l’insegnamento della storia ai giovani? Sono domande che spesso ci facciamo. Si tratta di riuscire a far loro comprendere che gran parte del presente è strettamente legato al passato, a quel passato che, magari è appena dietro di noi. Senza la Resistenza non ci sarebbe stata la Costituzione. La nostra Carta Costituzionale, seppure ancora parzialmente applicata, è stata definita tra le migliori del mondo. I problemi che minano la Democrazia e la Libertà, nascono perché alcuni messaggi della Resistenza sono andati perduti. Se riuscissimo a convincere i Giovani a fare questo collegamento del passato rispetto al loro presente, sono convinto che riusciremmo, a coinvolgerli maggiormente.

Oggi ha avuto un grande regalo da una giovane, Cristina Quetti, che nel suo percorso pluridisciplinare per l’Esame Conclusivo di Stato ha predisposto una tesina, intitolata  La Resistenza Italiana. La guerra dei deboli, con ampi stralci di testimonianza di Virgilio Cotti Cometti sulla Resistenza in Vallecamonica,

Allora, alla  riflessione di Calamandrei aggiungerei quella di Cristina, che nella sua bella tesina riporta due lettere: del partigiano Nino, scritta nel 1945 e quella di Antoine Leiris, la cui moglie fu uccisa negli attentati terroristici dell’Isis a Parigi scritta nel 2015. E potremmo aggiungere anche quello che è diventato il testamento spirituale di padre Jaques Hamel:

La primavera è stata piuttosto freddina. Se il nostro umore è stato un po’ depresso, pazienza: l’estate arriverà. E così pure le vacanze.
Le vacanze sono un periodo nel quale prendere le distanze dalle nostre occupazioni quotidiane. Ma non sono una semplice parentesi, sono un periodo di riposo, ma anche di ricarica, di incontri, di condivisione, di convivialità.
Un tempo di ricarica: alcuni si prenderanno qualche giorno per un ritiro spirituale o un pellegrinaggio. Altri rileggeranno il Vangelo, soli o in compagnia, la vera parola del nostro quotidiano.
Altri ancora potranno ricaricarsi con il grande libro della Creazione, ammirando paesaggi talmente diversi e magnifici da innalzarci e parlarci di Dio.
Che noi possiamo in quei momenti ascoltare l’invito di Dio a prenderci cura di questo pianeta e farne, dove lo abitiamo, un mondo più ospitale, più umano, più fraterno. Un tempo di incontri, con conoscenti e con amici: un momento per cogliere l’occasione di vivere qualcosa insieme. Un momento per prestare attenzione al nostro prossimo, quale esso sia.
Un tempo di condivisione: un momento per condividere la nostra amicizia, la nostra gioia. Per condividere il nostro sostegno ai più piccoli, mostrando loro quanto contino per noi.
Un tempo di preghiera, anche: cerchiamo di prestare attenzione a ciò che accadrà nel nostro mondo in quel periodo. Preghiamo per coloro che hanno maggiormente bisogno delle nostre preghiere, per la pace, per una vita migliore insieme. Sarà ancora l’anno della Misericordia. Facciamo sì che il nostro cuore presti attenzione alle cose belle, al singolo individuo e a tutti coloro che rischiano di sentirsi un po’ più soli.
Che le vacanze ci permettano di fare il pieno di gioia, di amicizia e di ricarica. E allora, meglio equipaggiati, potremo riprendere insieme il cammino. Buone vacanze a tutti. 
(trad. di Anna Bissanti).

locandinaAl Monumento

Divisione Acqui

Ste Sandrinelli