Lo scorso 13 marzo 2010 si è tenuta a Brescia, nella nuova sede Provinciale di via Volturno 46, la seconda Assemblea Provinciale delle “Fiamme Verdi”, ad un anno di distanza dalla scomparsa di Ermes Gatti, storico e compianto presidente, già presidente nazionale FIVL, e a poco più di sei mesi dalla dipartita dello storico cappellano, don Riccardo Vecchia, che nel 2009, dopo la morte di Gatti, pur già fiaccato dalla malattia, chiamò a raccolta le FF.VV. bresciane, chiedendo loro di ridare slancio e coordinamento alle attività dell’Associazione, nel ricordo e nel rispetto dei caduti partigiani e delle figure radiose che hanno guidato, nel dopoguerra, l’Associazione: Ermes Gatti e Romolo Ragnoli.
L’evento, introdotto dalla Presidente provinciale, Agape Nulli Quilleri e benedetto dalle parole del nuovo cappellano dell’associazione, mons. Tino Clementi, ha visto la gradita partecipazione del presidente nazionale FIVL, avv. De Carli, del sen. Guido Galperti, di alcuni Sindaci della provincia (Concesio, Edolo, Malonno), di vari amministratori locali e di numerosissime “Fiamme Verdi”, di ieri e di oggi, appartenenti ai gruppi comunali di tutta la provincia.
Gli interventi hanno messo in evidenza la necessità di “fare memoria” in modo pieno, completo, storicamente attendibile e – soprattutto – “responsabile”.
“Libertà è responsabilità” – il motto adottato per il tesseramento FF.VV. del 2009, è stato accostato dal presidente De Carli alla necessità di una “Libertà” che sia anche “Verità”, che della libertà è frutto e principio generatore.
Nell’occasione, che ha visto anche l’inaugurazione della nuova sede provinciale, è stato presentato un libro commemorativo Ermes Gatti, Don Riccardo Vecchia: un ricordo, curato da Roberto Tagliani e Pietro Ghetti del coordinamento provinciale FF.VV.; il volume raccoglie il testo di alcuni tra gli ultimi discorsi di Gatti e di varie omelie di don Riccardo, che costituiscono una sorta di testamento civile e spirituale di due uomini giusti.
Scrivono i curatori nella Presentazione: «In questi scritti c’è tutta la passione – civile e cristiana – di due autentici eroi del nostro tempo, di due tra i più coraggiosi e valenti “Ribelli per amore”. Le loro parole […] sono grandi lezioni di vita, di umanità, di adesione agli ideali della Resistenza vissuta come dono per gli altri, come spinta dei costruttori di pace verso un mondo più libero, più rispettoso, più giusto.
Sono parole scolpite nel marmo prezioso, incarnate e declinate dalle loro vite esemplari. Per questo non abbiamo voluto impiegarle: non le “nostre”, ma le “loro” parole ci invitano a ricordarli e celebrarli. Abbiamo chiesto loro, ancora una volta, di guidare le Fiamme Verdi; affinché, anche da lassù, essi continuino a parlare ogni giorno alle nostre coscienze, con le parole che in tante occasioni ci hanno rivolto, e che la gentilezza di famigliari e amici che le custodiscono, quasi come preziose reliquie, ci permette oggi di divulgare. […]
Le parole che qui abbiamo trascelto sono la più preziosa eredità, insieme all’affetto e al ricordo che ciascuno di noi ha delle esperienze vissute, dei nostri amatissimi amici. Le loro riflessioni sulla natura umana e cristiana della Resistenza, sul valore fondativo per la Repubblica del ribellismo delle “Fiamme Verdi”, siano per tutti noi l’occasione per non dimenticarci mai di coloro che ci furono padri, fratelli, guide, sentinelle; siano il nutrimento alle ragioni che ci spingono, ancora oggi, a stare con le “Fiamme Verdi”, anche quando il mondo di oggi pare aver dimenticato cosa questo significhi, lasciando che nubi oscure, complice l’ovatta del tempo, provino ad assimilare i vincitori ed i vinti, i persecutori ed i perseguitati, i Giusti e gli assassini.
I nostri maestri, Ermes e Don Riccardo, possano ancora insegnare a noi Fiamme Verdi, da queste pagine, l’onore – ma anche l’irrinunciabile necessità- di essere, oggi e sempre, “ribelli per amore”.»
Grande partecipazione e commozione ha suscitato la lettura di alcuni brani del libro ai presenti, che hanno davvero apprezzato l’occasione, ormai divenuta consueta, di ritrovarsi non solo per “commemorare” e “celebrare” i valori della Resistenza, ma anche per viverli, divulgarli e trasmetterli – con i giovani, per i giovani e attraverso i giovani – alla società del XXI secolo.