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A proposito delle recenti dichiarazioni del Presidente del TAR Brescia, Roberto Politi

Le Associazioni Partigiane “Fiamme Verdi” e ANPI di Brescia stigmatizzano con decisione e sdegno le dichiarazioni del presidente del TAR di Brescia, Roberto Politi, pronunciate nel corso della cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario 2019, nelle quali si esprime l’auspicio per una stagione di priorità di accesso ai diritti fondamentali giurisdizionalmente tutelati a vantaggio dei «cittadini italiani, nati in Italia da cittadini a loro volta italiani»; un auspicio, peraltro, preceduto da un apprezzamento e un incoraggiamento all’Esecutivo in carica, quanto mai inopportuno poiché pronunciato da un magistrato in servizio, la cui indipendenza dal potere politico dovrebbe essere non soltanto una garanzia costituzionale, ma anche una pratica deontologica sempre rispettata.

La dichiarazione di Politi appare in aperto contrasto non soltanto con il primo comma dell’art. 3 della Costituzione, il quale garantisce che «Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali», mette in discussione le disposizioni dell’art. 10 della Costituzione riguardanti la condizione giuridica dello straniero e l’adesione ai trattati internazionali a tutela dei diritti dei migranti, ma soprattutto si pone in netto contrasto con l’intero spirito della Carta Costituzionale, nata dal sacrificio di sangue della Resistenza, che fa del valore dell’uguaglianza, intimamente unito a quello della giustizia sociale e della libertà, il baluardo su cui settantatré anni fa si costruì e ancor oggi si sostiene l’impianto repubblicano democratico della nostra nazione.

Se, poi, a questa dichiarazione – tanto eclatante quanto da rigettare in toto – si aggiungono le scelte iconografiche per la realizzazione dell’invito alla manifestazione (l’immagine dell’arengario di Piazza Vittoria, simbolo tra i più riconoscibili dell’età fascista in Brescia), e le non palesate, ma pur eloquenti, citazioni contenute nella relazione di Politi e tratte dalle opere di Julius Evola e di Ezra Pound – figure intellettuali di riferimento della destra nostalgica e fascista – non si può che dichiararsi esterrefatti e stigmatizzare un comportamento di tale sorta, proveniente da un alto magistrato e pronunciate nella solennità dell’inaugurazione dell’anno giudiziario, quasi a suggello di un “programma d’azione” che ci appare di sconcertante gravità.

Chissà che ne penserebbe Lionello Levi Sandri, comandante partigiano delle FF.VV. e presidente del Consiglio di Stato nel dopoguerra, al quale in anni recenti il TAR di Brescia e le Associazioni partigiane hanno dedicato una lapide commemorativa, collocata proprio nel Palazzo sede del Tribunale amministrativo in Via Carlo Zima.

L’ANPI e le FF.VV. si augurano che Brescia, città medaglia d’argento per la Resistenza e comunità ferita al cuore dalla strage fascista del 28 maggio 1974, possieda ancora gli anticorpi per riconoscere e combattere con gli strumenti democratici e costituzionali l’ondata di ritorno di quel fascismo strisciante che, penetrando nella società attraverso le forme del suprematismo e del sovranismo, prova a riabilitare e a riproporre temi e ragioni della più buia stagione della nostra storia.

 

Per l’Associazione FF.VV., il Presidente, Alvaro Peli

Per l’ANPI Brescia, il Presidente Provinciale, Lucio Pedroni

 

Brescia, 16 marzo 2019

 

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